
Se c’è un motivo per cui Vittorio Veneto è famosa nel mondo, è senza dubbio per la battaglia finale della Prima Guerra Mondiale. Con la Battaglia di Vittorio Veneto, infatti, si mise un punto al grande conflitto che imperversava anche in queste zone.
Un evento di tale portata, ha senza dubbio lasciato delle tracce. Molto numerose in questo territorio, soprattutto nelle Dolomiti e sul Grappa. Ma anche qui a Vittorio Veneto sono rimaste delle testimonianze.
E non parlo di baionette, antichi cibi in scatola o chissà cos’altro, che si trovavano anche con abbastanza facilità, ma di una vera e propria trincea, recentemente ripresa e restaurata grazie agli Alpini delle sezioni locali.
Sto parlando della “Perdonanzestellung” – la posizione Perdonanze.

INQUADRAMENTO STORICO
Per capire il perchè, della presenza di una trincea di osservazione austroungarica in territorio vittoriese, c’è da fare un piccolo quadro storico della zona.
Siamo nel 1917, nei primi giorni di novembre e dal Fadalto, la parte più a nord di Vittorio, cominciano a scendere i soldati del Regio Esercito Italiano, diretti verso il Piave, dopo la disfatta di Caporetto.
E subito dopo, a Vittorio, arrivano i militari dell’impero austroungarico. Austriaci, ungheresi, croati e bosniaci che certo non parlano la nostra lingua, ma che ben si fanno capire con razzie e saccheggi di cibo, legna e di tutto quello che le famiglie Vittoriesi avevano.
Comincia così, un anno di invasione e occupazione. Un anno di una Vittorio occupata, che tra i veci, è chiamato “l’an dea fan”, l’anno della fame.
Vittorio diventa – e ci resta fino all’Ottobre 1918 – la sede strategica del comando austriaco della Sesta Armata dell’arciduca Giuseppe.
E proprio questo essere occupati dai “todeschi” ha fatto si che questa zona fosse una sorta di dominio austriaco in terra Veneta. 360 giorni di agonia per i poveri cittadini Vittoriesi.

LA TRINCEA
Questa trincea è stata costruita nel 1918 dalle truppe austro-ungariche e faceva parte di una cintura di fortificazioni che circondava Vittorio e che poteva consentire agli austriaci di avere una perfetta posizione di osservazione su tutta la pianura sottostante. Da qui infatti si vede anche il Piave e se la giornata è particolarmente limpida, anche oltre.
E’ stata scavata, in modo tale che i soldati potessero muoversi al suo interno senza doversi abbassare, lunga circa una ventina di metri. E pure in leggera pendenza con uno scolo di acqua in modo di evitare il formarsi di fango e soprattutto con una tecnica di intreccio particolare di rami sulle pareti, per impedire eventuali frane del terreno. Ovviamente c’era poi lo spazio di osservazione con un tetto in ramaglia che fungeva anche da spazio per la mitragliatrice che all’occorrenza veniva utilizzata. Vicino alla strada invece, una specie di baracca con un tetto in lamiera, veniva impiegata dai soldati per il riposo ed era anche lo spazio da dove partivano le linee telefoniche verso i comandi, siti nella Città.
La trincea, all’occorrenza veniva coperta con ramaglie e si mimetizzava perfettamente con la vegetazione.
Stazionavano qui, 4 o 5 ufficiali, a seconda del bisogno.
Come tutte le trincee, era protetta da filo spinato. Ed è ancora visibile un cavallo di frisia con il filo spinato dell’epoca, recuperato durante il restauro.
Oltre al filo spinato, qui sono stati trovati alcuni bossoli di fucile e qualche scatoletta di ferro.

PER APPROFONDIRE
Vicino alla trincea, troverete dei pannelli informativi con raccontata la sua storia e anche le foto ed i dettagli del recupero, eseguito a cura degli Alpini. Una sorta quindi di museo a cielo aperto.
Ma se volete approfondire quello che è stato il bellicoso primo conflitto mondiale in queste zone, a poca distanza dalla Perdonanzestellung, potete trovare il Museo della Battaglia, in Piazza Giovanni Paolo I a Ceneda di Vittorio Veneto. Ospitato nell’antico palazzo di comunità, potrà offrirvi una esperienza immersiva nella vita di trincea e darvi una infarinatura su quella che è stata la battaglia ed infine il mito della vincita.

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