
Vittorio Veneto offre innumerevoli possibilità per passeggiare nella natura. Questo perchè la Città gode di una varietà unica di terreni e percorsi più o meno facili. D’altro canto, non sono molte le Città che annoverano tra i loro territori panorami che spaziano dalla pianura alla montagna. E soprattutto, oltre alla natura c’è sempre il meraviglioso fil rouge della storia, che in questi territori non manca mai, sia essa storia antica o più recente!
E in questo meraviglioso contesto, c’è una passeggiata che è uno dei cavalli di battaglia di questi territori, il giro dei colli a Ceneda. Una passeggiata ad anello che si presta a diverse variazioni, qui di seguito vi racconto il mio preferito.

DOVE
Siamo a Vittorio Veneto, il comune più grande della marca trevigiana.
Precisamente, per questa passeggiata siamo nel quartiere di Ceneda, a sud-ovest della Città.
Ceneda ha origini romane, per poi diventare sede di un ducato Longobardo e dominato dal 610 d.c. quasi ininterrottamente da vescovi. E’ tuttora la sede vescovile della Diocesi di Vittorio Veneto.
E’ un quartiere ricco di storia e di cose da vedere ma soprattutto circondato (direi quasi coccolato) da un anfiteatro di colline che sono la meta di bellissime passeggiate, proprio come questa!

IL GIRO AD ANELLO NEL DETTAGLIO
Il giro ha come base di partenza e arrivo Piazza Giovanni Paolo I. Potete parcheggiare l’auto gratuitamente nella piazza di fronte alla loggia oppure sul lato della cattedrale (lato sinistro, guardando la facciata)
Con le spalle alla cattedrale, avvicinatevi alla Cinquecentesca fontana del Cardinale e girate a destra, lungo Via Brevia, lasciandovi sulla sinistra la scalinata che porta al bellissimo Parco di Villa Papadopoli e alla biblioteca. Dopo poco sarete già in lieve salita, ma su asfalto su una bellissima stradina che da contorno ha dei bellissimi muri a secco.
Al primo incrocio, girate a sinistra lungo Via San Rocco (anche qui, sempre su asfalto) e procedete in lieve salita, fino all’imbocco di una stradina sterrata che vi porterà al Tempio di San Rocco.

Soffermatevi ad ammirare la bellissima cappella ma soprattutto il panorama circostante dal bellissimo belvedere, che se avete la fortuna di ammirare in una giornata limpida vi lascerà piacevolmente colpiti.
La storia della cappella di San Rocco è molto curiosa. Considerate che è di proprietà privata e non è una chiesetta o un tempietto come può sembrare ma è essenzialmente una cappella funeraria. Magari per questa storia curiosa e struggente farò un articolo a parte (quindi state connessi!)
Proseguite poi la passeggiata tornando per un breve tratto indietro sui vostri passi ed imboccando Via San Paolo, che dapprima salirà dolcemente su delle rampe in cemento, fino poi a diventare un sentiero sterrato ma ben battuto. Passeggerete nel silenzio dei boschi e dei bellissimi uliveti che in queste colline crescono rigogliosi e che regalano un olio pazzesco. In poco tempo sarete nel punto panoramico di San Paolo al Monte.

Arrivati a San Paolo, potrete ammirare il panorama attraverso i bellissimi cipressi che caratterizzano la sommità di questa collina. A San Paolo, c’era un’antica rocca facente parte dell’antica fortificazione muraria del vicino Castello di San Martino, di cui resta la Porta di San Zuane, nella parte nord.
Qui potete ammirare dall’esterno la piccola chiesa di San Paolo al Monte, edificata nel Cinquecento per volere dell’allora Vescovo Grimani e proclamato successivamente “Tempio votivo del Terremoto”, perchè distrutto appunto dal terremoto del 1836 e poi ricostruito mantenendo le caratteristiche originali. In più potete ammirare la casa del custode, che a mio gusto è un vero gioiello. Il tutto è visitabile solo dall’esterno.

Da qui potrete decidere come proseguire la passeggiata. Potete dirigervi verso il Monte Altare oppure, seguendo il mio giro potete scendere lungo la Via Crucis che, ripidamente, ma su un sentiero del 1730 e recentemente restaurato dagli Alpini locali, vi porterà praticamente nei pressi del Castello di San Martino con’ un continuo alternarsi di scalette e strada sterrata, accompagnate da 14 capitelli.

Verso la fine della Via Crucis, troverete anche i resti di un edificio dalle sembianze di un grande seggiolone, i Palasi. Questo, infatti, è chiamato “Caregon del Diol” che tradotto significa seggiolone del diavolo e altro non è che il rudere di un’antica fortificazione, che si dice abbia ospitato anche Federico Barbarossa.

Alla fine del sentiero della Via Crucis, vi basterà girare a sinistra, passare sotto l’arco e proseguire verso il Castello di San Martino, detto anche il Castello del Vescovo, dove vi consiglio una visita al bellissimo cortile che è sempre aperto.
Ora da qui potrete scendere lungo Via Brevia che è tutta asfaltata, oppure, lungo le antiche scalette che potete imboccare dal muro di cinta del castello e che tra ulivi e vigneti vi porteranno sul retro della Cattedrale, in Piazza Giovanni Paolo I.

L’anello ha un chilometraggio di circa 6/7 km. Ahimè non ho i dati del dislivello perchè ogni tanto i miei dispositivi fanno i capricci. Però, per quanta salita ci sia, non è mai troppo ripida e con il giusto passo è fattibile per tutti. La segnaletica (purtroppo) non è molto presente, come sempre in queste zone, ma i sentieri sono comunque molto intuitivi.
Se decidete di passeggiare sui colli Cenedesi e su questo percorso non dimenticate di taggarmi sui social o di lasciarmi un commento qui sul blog!

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