La mia montagna preferita è senza dubbio alcuno il Sassolungo. Ecco perché affrontarlo è sempre stato un mio sogno.
Conoscendo le mie capacità, sarebbe stato impossibile farlo “in giornata”. Pertanto ho prenotato un rifugio in zona ed ho deciso di affrontare il giro completo con la consapevolezza di rimanere in zona, in caso di mal di gambe!🤣
Ecco quindi che vi descrivo il giro ad anello del Sassolungo a modo mio!

DOVE PARTIRE
Base di partenza, Campitello di Fassa, dove è possibile parcheggiare la macchina gratuitamente (e lasciarla senza problemi anche 2 giorni) nel parcheggio della funivia del Col Rodella.
Da qui, bisogna salire fino al Col Rodella ed è quindi necessario prendere la funivia (costo biglietto A/R 22,00 euro per adulti).
Arrivati in cima vi si aprirà un panorama fantastico sulle vette dolomitiche e potrete vedere anche la Marmolada.

Da qui, passerete il Rifugio Des Alpes e subito dopo comincerà una ripida discesa verso il Passo Sella. E’ molto ripida ma fattibile. Consiglio pertanto di avere già a portata di mano i bastoncini da trekking che in questa escursione sono essenziali.
Se volete fare pausa caffè, durante la discesa troverete Baita Miara, il Rifugio Salei e a seguire il rifugio Passo Sella.
Una volta arrivati al Sella comincia la vera avventura.. considerate dal Col Rodella al Passo Sella circa una quarantina di minuti.
COME ARRIVARE DAL PASSO SELLA AL SASSOLUNGO
Arrivati al Passo Sella, in base alle vostre capacità, dovrete valutare se proseguire a piedi o prendere la bidonvia che vi porterà a Forcella Sassolungo.

Considerate che per salire alla forcella e quindi al Rifugio Toni Demetz, ci vuole un bel allenamento. Sono infatti circa 500 mt di dislivello. Il sentiero non presenta grosse difficoltà, ma è molto ripido.
Se invece decidete di proseguire con la bidonvia ci sono da fare altre diverse considerazioni: 1. Non dovete soffrire di claustrofobia e 2. Dovete avere un minimo di agilità!
Io ammetto di aver avuto un momento di panico, sia nel salire sulla bidonvia, sia sul proseguire, sia sul scendere. Insomma momenti di ansia continua. Quando sono scesa e ho ritoccato terra ho guardato gli addetti e li ho ringraziati🤣
Mi spiego. Pagato il biglietto (20,00€ a testa solo andata per adulto) un buonuomo vi prenderà per mano e vi metterà in un punto ben specifico. A quel punto, in una frazione di secondo un altro buonuomo aprirà la bidonvia ed entrambi vi lanceranno all’interno perché, la bidonvia, non si ferma e non rallenta. È biposto, quindi se siete in compagnia e salite per primi dopo un’altra frazione di secondo sarete spiaccicati sul vetro perché lanceranno all’interno il vostro accompagnatore.

Detto questo, passerete sopra la città dei sassi, vedrete le Marmotte, ecc.. insomma, tutto sommato merita di essere provata, questa avventura.
Arrivati in cima, che per me è stata una sorta di miraggio, il buonuomo della stazione a monte vi farà cenno di girarvi. Un impresa con gli zaini ma fattibile. E anche qui, in un altra frazione di secondo non vi troverete più quello davanti e vi sentirete prendere con forza da una mano. Improvvisamente toccherete terra.
E se troverete una giornata ventosa come quella che ho trovato io, toccare terra sarà un evento da festeggiare. Visti gli ondeggiamenti della cabina.
Insomma. Prima di prendere questa bidonvia, valutate se siete in grado di poterlo fare.
Arrivati al Rifugio Toni Demetz, comincia la parte più tecnica del percorso. Vi aspetta, seguendo il sentiero, una discesa molto tecnica ed impegnativa. Per dire, ci sono dei pezzi attrezzati con il cordino. Sono essenziali capacità tecniche e i bastoncini da trekking. Nulla di non fattibile. Ma non per tutti.

COME PROSEGUIRE
Proseguendo con la discesa tra massi e ghiaino arriverete in 1 ora abbondante circa al rifugio Vicenza. Incastonato tra le rocce dolomitiche e con un bellissimo panorama sull’Alpe di Siusi.

Tappa per rifocillarsi d’obbligo. Vi avviso che se la giornata è bella, sarete sommersi dalle persone.
Da qui dovete continuare a scendere su un sentiero decisamente meno ripido e poco tecnico. Arrivati ad un piccolo bivio, dovrete seguire le indicazioni per il sentiero in direzione Rifugio Comici.

Da qui, un leggero saliscendi vi porterà a costeggiare la parte di Sassolungo che guarda su Alpe di Siusi e Val Gardena principalmente. Sono panorami che fanno bene all’anima.
Qualche pezzo di ripida salita, intervallata da passaggi su massi e parti in falsopiano e sarete dall’altra parte della montagna. Ed è davvero bellissimo vedere come cambia il panorama in base a come aggirate la montagna.

Qui state seguendo il segnavia 526A.
Da qui poi un altro tratto in cui prestare attenzione. A prescindere da qualche tratto attrezzato con cordino (ma fattibile se come me vi sedete e scendete piano piano) il peggio è attraversare i tratti di ghiaione in cui si scivola tantissimo e soprattutto attenzione perché qui ci sono tratti esposti che possono dare fastidio.

In alternativa c’è il sentiero 526 che corre più basso e senza tratti esposti, ma io non sono riuscita a trovare l’indicazione per seguirlo.
Con un po’ di pazienza e dopo altre salite, arriverete in quel paradiso che è il Rifugio Comici. Se non ci siete mai stati consiglio di salire qui dalla Val Gardena o dal Passo Sella, se non volete fare il giro che ho fatto io.

Il Rifugio Comici è un oasi incastonata su di un prato di velluto verde e circondata dalle bianche vette di dolomia.
Tavoli con panche che girano a 360 gradi per seguire il sole, una ricca offerta di bevande, gelati e un ottimo ristorante.
Da qui il sentiero prosegue facilmente in falsopiano e lieve discesa in direzione Passo Sella, passando prima attraverso verdi pascoli e poi attraverso la Città dei Sassi (se volete approfondire, basta scrivermi che vi do tutte le info).

In breve sarete al Passo Sella.
Se pernottate come ho fatto io al Rifugio Friederich August l’escursione non è ancora finita.
Al contrario, se farete del Passo Sella il vostro punto di appoggio potrete sentirvi appagati per il bel giro appena concluso.
Per salire dal Sella al Rifugio Friederich August, dovrete rifare la strada in discesa affrontata all’inizio. Passare quindi per il Rifugio Salei, Baita Miara e per quella ripida salita che dopo un giro del genere potrebbe creare dello sconforto. Ma come dico sempre non bisogna mollare, tanto più se c’è una fantastica cena che aspetta in rifugio.
Infatti, finita la salita, con un tratto di falsopiano, rapidamente si arriva al Rifugio Friederich August, dove gli yak vi daranno il benvenuto. Oddio, più che altro sono la fila infinita di krapfen al mattino che vi danno il benvenuto e il buongiorno! Ma queste sono opinioni!🤣

Se volete maggiori info su questo spledido rifugio, trovate qui le info in un mio articolo!
Dopo una bella cena e soprattutto una bella dormita, per rientrare all’auto bisogna affrontare la ripida salita verso il Col Rodella e scendere nuovamente con la cabinovia a Campitello di Fassa.
Il giro del Sassolungo come l’ho fatto io, ha un complessivo di circa 19 km e 8 ore di cammino (considerate 2 orette di pausa comunque).
Un giro che merita si, ma non esattamente per tutti.
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